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Nuovi movimenti e comunità spirituali-la questione delle vocazioni e delle missioni nella chiesa di oggi

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6. Promozione e coordinamento dell'apostolato laico attraverso il Consiglio Papale per i laici

Il Consiglio Papale per i laici fa parte della Curia Romana. Con la costituzione apostolica "Regimini Eccleasiae Universae" del 15 agosto 1967, Papa Paolo VI ha realizzato le riforme della Curia volute dal Concilio, completate attraverso processi di riforma successivi. Nonostante la denominazione di "Consiglio" il Pontificium Consilium Pro Laicis, considerando i compiti e gli obiettivi, deve essere paragonato piuttosto ad una congregazione.

L'articolo 131 della Costituzione apostolica "Pastor Bonus" sulla Curia Romana recita: "Il Consiglio è competente di quelle questioni che lo riguardano a partire dalla cattedra di S. Pietro per la promozione ed il coordinamento dell'apostolato laico ed in generale di quelle questioni che riguardano la vita cristiana dei laici in quanto tali" (AAS 80, 1988, 894). Tali principi hanno potuto superare le reali possibilità di questo dicastero; essi significano per il Consiglio dei laici, sicuramente, una continua sfida ed un impulso a nuove iniziative.

Nell'ambito di questa relazione si può parlare solo sommariamente di alcuni compiti centrali e di alcune iniziative del consiglio dei laici; in particolar modo si prende in considerazione il periodo di tempo a partire dal 1990 (cfr. anche "Laici Oggi", servizio di informazione del consiglio papale per i laici, 18 (1996).

Il Consiglio Papale per i laici ha il compito primario di appoggiare il Papa nell'esercizio del suo ufficio pastorale (cfr. Pastor Bonus, articolo 1). Per tale compito il consiglio dei laici negli anni scorsi si è lasciato guidare soprattutto dallo scritto apostolico post-sinodale "Christifideles Laici" e dalle catechesi ed allocuzioni sui laici che Giovanni Paolo II ha tenuto a Roma o nei suoi viaggi apostolici.

Un ulteriore punto chiave è costituito dai rapporti tra il consiglio dei laici e le varie Chiese e le conferenze episcopali. Per molti vescovi lo scritto apostolico post-sinodale CL è stato un aiuto ed una guida nel trattare nuove questioni e situazioni sui laici. Negli anni passati il consiglio dei laici ha registrato una notevole crescita delle delegazioni di vescovi che hanno consultato il dicastero in occasione delle loro visite "ad limina". Anche il numero delle visite personali di vescovi al consiglio papale per i laici è aumentato. I temi più discussi in questi incontri sono stati: la formazione dei laici, il rapporto tra i movimenti ecclesiastici ed i vescovi ed il loro inserimento nella vita della Chiesa locale, i servizi e le cariche non legati al sacerdozio che possono essere trasferiti ai laici, l'impiego dei laici nel mondo, la partecipazione della donna e la pastorale dei giovani. Il collegamento con le conferenze episcopali viene salvaguardato soprattutto attraverso le commissioni per l'apostolato dei laici.

Un ulteriore punto chiave sta nell'accompagnamento dei consigli laici nazionali. Il consiglio papale per i laici ha raccolto e valutato diverse esperienze elaborando nel 1995 un documento sui criteri di differenziazione e sullo statuto dei consigli laici nazionali. Questo è stato pubblicato nel numero 38 della rivista "Laici Oggi" dal titolo: "Consigli nazionali dei Laici. Criteri e modelli". Il dicastero aveva l'intento di incoraggiare la formazione di tali consigli a livello regionale e nazionale come luoghi di vera comunione, partecipazione e collaborazione delle diverse strutture laiche.

In una nuova era di collaborazione tra i laici (cfr. CL 29) il lavoro del consiglio papale per i laici si concentra maggiormente sull'analisi delle nuove riforme comunitarie e sulla responsabilità per il loro riconoscimento ed inserimento nel diritto canonico (cfr. anche Pastor Bonus, articolo 135, AAS 80, 1988, 895). Questi riconoscimenti sono sempre preceduti da analisi positive degli ordinari nelle cui diocesi i movimenti in questione hanno una sede e dalle discussioni con vescovi ed esperti di diritto canonico. Le numerose richieste di nuove associazioni per ottenere un riconoscimento canonico hanno spinto il consiglio per i laici a definire una via procedurale per le istanze e le verifiche; il consiglio dei laici ha dedicato particolare attenzione all'analisi di statuti ed alla elaborazione di decreti per il riconoscimento di un'associazione come persona giuridica. Per quanto riguarda il diritto canonico la questione verte soprattutto sui criteri di differenziazione per associazioni di diritto pubblico e privato, sull'appartenenza di cristiani di altre confessioni ad associazioni laiche cattoliche e sulla struttura di diritto canonico delle associazioni laiche i cui membri vivono radicalmente secondo i principi evangelici.

Nell'ambito di una crescente pluralità di associazioni, al consiglio papale per i laici si chiede spesso un parere nella creazione di organizzazioni laiche che siano in collegamento con la spiritualità, la vita e le attività di comunità religiose. Accanto al rinnovamento di alcuni cosiddetti terzi ordini, sono sorti numerosi movimenti, confraternite e comunità laiche che sono state annesse in maniera diversa a famiglie di ordini ed al carisma dei rispettivi fondatori. Nel corso di incontri ed assemblee, il consiglio per i laici ha rafforzato sempre il significato primario della testimonianza della comunità religiosa e della necessaria identità laica dell'associazione ad essa collegata. La comunità religiosa e l'associazione laica non devono mescolare i loro modelli di vita, ma favorire una comunione forte e sincera e collaborare nella loro missione. Per chiarire e promuovere i rapporti reciproci il consiglio papale per i laici, in collaborazione con la congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, già nella fase preparatoria del sinodo dei vescovi sulla vita dedicata a Dio, ha organizzato un incontro tra padri generali e responsabili delle associazioni laiche. Gli atti sono stati pubblicati nel servizio documentazione numero 28, 1994, con il titolo "Rami di un unico vitigno".

Il consiglio papale per i laici è in contatto con più di 120 associazioni laiche internazionali. La promozione del riconoscimento reciproco, della collaborazione e della comunione tra le varie associazioni rimane una sfida particolare nella coordinazione ecclesiastica mondiale dell'apostolato laico. In tal senso svolge un ruolo importante anche la collaborazione con associazioni, movimenti e gruppi giovanili cattolici. Negli anni passati, una parte considerevole del lavoro del consiglio dei laici si è concentrata sulla preparazione, organizzazione ed attuazione di incontri giovanili internazionali e di giornate mondiali per i giovani ad essi collegate: Tschenstochau (agosto 1991), Denver (agosto 1993) e Manila (gennaio 1995). A questi si sono aggiunti l'importante incontro europeo dei giovani a Loreto (settembre 1995) e la realizzazione dell'incontro mondiale dei giovani a Parigi (agosto 1997). Queste manifestazioni hanno contribuito in maniera decisiva a ravvivare la pastorale giovanile a livello locale ed universale. Il fatto che i membri di movimenti ed associazioni si incontrino con un grosso numero di giovani provenienti dalle varie Chiese ha creato un crescente legame missionario; tuttavia, allo stesso tempo, si deve chiedere con atteggiamento critico fino a che punto queste grandi manifestazioni possano essere trasferite nella vita quotidiana della comunità ecclesiastica (cfr. anche K. Nientiedt, Una nuova generazione. Il XII incontro mondiale dei giovani a Parigi, in : Herderkorrespondenz 10/1997, 500-505).

Attualmente il consiglio papale per i laici sta organizzando un incontro mondiale dei movimenti ecclesiastici che avrà luogo a Roma dal 26 al 29 maggio 1998. Tale manifestazione sarà luogo di incontro, amicizia e preghiera. L'obiettivo è di approfondire teologicamente la realtà dei movimenti e questo dovrà essere anche un avvenimento ecclesiastico che spinga alla collaborazione tra i movimenti nell'ambito della nuova evangelizzazione (cfr. "Laici Oggi", servizio di informazione del consiglio papale per i laici, 20, 1997, pagg. 5-6).

 

 

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