Il Sig. Rateb Rabie, Presidente della Comunità Cristiana Ecumenica, è stato a Medjugorje ed i giornalisti di Radio “Mir” Medjugorje hanno parlato con lui. Il Sig. Rateb è un cristiano proveniente dalla Palestina, nato in Giordania perché i suoi genitori furono costretti a lasciare Gerusalemme nel 1948. In seguito egli si è recato negli USA, si è sposato ed ora vive là da trentacinque anni. Sul suo cammino di vita ha detto: “Ero un uomo d’affari, lavoravo e pensavo solo a come raggiungere il potere ed il denaro. Poi ricevetti un invito ad andare in Terra Santa ed sentii che dovevo fare qualcosa per i cristiani e per la pace. Tre anni dopo ho capito che dovevo scegliere se proseguire col mio lavoro o iniziare la mia missione, poiché non potevo fare entrambe le cose contemporaneamente. Ho lasciato tutto e mi sono dato a questo, ed ora posso dire di essere felice. Ho quattro figlie ed all’inizio questa decisione non è assolutamente piaciuta alla mia famiglia, perché non riuscivano a capire cosa fosse questa organizzazione no profit”.
Poi ci ha anche presentato questa Associazione, una Comunità di cui egli è Presidente e che ha due sedi: una a Washington e l’altra a Betlemme, in Terra Santa. Questa Comunità ha iniziato ad operare quattordici anni fa con l’intento di aiutare a trattenere i cristiani in Terra Santa. Un milione di cristiani della Terra Santa vive nella diaspora in tutto il mondo e questa Comunità si impegna ad aiutare, attraverso di loro, la piccola comunità ecumenica di cristiani in Terra Santa. Essi hanno circa 500 volontari e migliaia di altre persone che aiutano in diversi modi. Non sono interessati alla politica. Lo hanno attirato a Medjugorje il messaggio di pace e molti altri punti di contatto con la Terra Santa. Egli ha sottolineato particolarmente la pace quale missione della Comunità da lui guidata: “Un’ulteriore missione della nostra organizzazione è instaurare la pace tra Arabi e Israeliani, tra Musulmani ed Ebrei, perché noi cristiani siamo il ponte che deve instaurare questa pace. (…) Credo che anche la Madonna di Medjugorje ci chieda la pace. Ho pensato a come venire qui per incontrarla, parlare con Lei, essere vicino a Lei per il fatto stesso di essere a Medjugorje. Ho desiderato a lungo venire qui, perché molte persone che camminano con me verso la pace e prestano volontariato sono stati qui una o due volte e mi dicevano di venire anche io e portare loro una benedizione da Medjugorje. (…) Sento di essere benedetto perché sono qui e sono pieno di entusiasmo per tornare e portare la pace alla Terra Santa in modo nuovo. Medjugorje ci avvicina alla Madonna che, col suo insegnamento, i suoi consigli e le sue direttive ci indirizza al dovere di portare la pace in Terra Santa, così come invitiamo tutte le persone amanti della pace a venire in Terra Santa, a Betlemme – la città della Pace in cui è nato il Principe della Pace – per pregare tutti insieme per la fede: cristiani, ebrei, musulmani, tutti insieme. Insieme a Mons. Leonardo, Arcivescovo Belga, a Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme, e a molte altre persone che si uniranno a noi, speriamo di organizzare il primo incontro di preghiera per la pace a Betlemme. Speriamo che migliaia di persone verranno a Betlemme e che, con la loro preghiera, annunceranno al mondo: “Abbiamo bisogno della pace in Terra Santa perché, se avremo la pace nella terra di Nostro Signore, la pace ci sarà dovunque!”. Il tema del programma di preghiera sarà “Portiamo la pace all’umanità come la porteremo alla Terra Santa”. Ha poi continuato: “E’ la prima volta che organizziamo una cosa del genere e non sappiamo in quali difficoltà ci potremo imbattere né ciò che potrà accadere, perché il Male può venirci contro. Crediamo fortemente che ci riusciremo, che la Madonna di Medjugorje sia accanto a noi e con Lei sentiamo di essere in buone mani. Questo è un modo di legare Medjugorje alla Terra Santa, poiché essa è la patria della Madonna, avendo Ella dato alla luce là il suo Figlio che tutti seguiamo. Lei invita alla pace in Terra Santa ed anche a Medjugorje, una terra che è stata a lungo sotto il comunismo, è venuta per un motivo. (…) Le mie prime conoscenze circa Medjugorje risalgono a dieci anni fa. Ho sentito dire che la Madonna appariva qui, ma non ci ho rivolto troppa attenzione. Cominciando ad incontrare persone che erano state a Medjugorje, parlando con loro di Medjugorje e cercando il modo di instaurare la pace in Terra Santa, ci siamo trovati tutti d’accordo sul fatto di aver bisogno che Medjugorje ci aiutasse nella realizzazione della nostra missione. Vado in Terra Santa quattro volte l’anno, ma ho sentito che mi mancava qualcosa. Avevo bisogno di venire a Medjugorje, di sentirlo, di stare con le persone di qui per soddisfare così il mio bisogno spirituale e completare la mia intuizione di continuare la missione che ho cominciato, una missione di pace. Nel futuro vedo Medjugorje come una guida e la Madonna come Donna della fede che insegna al mondo la pace. Spero e sono certo che la Madonna di Medjugorje sarà al nostro fianco e che il suo desiderio della pace nel mondo si realizzerà. (…) Anche la Madonna è venuta a Medjugorje a chiedere la pace. Le sue apparizioni sono segno di qualcosa e dobbiamo vederle cosi e legare tutto ciò alla Terra Santa. Ritengo che un numero abbastanza grande di persone in Terra Santa conosca gli eventi di Medjugorje, ma non tanto grande quanto dovrebbe essere”. Infine il Sig. Rateb ha ringraziato con queste parole: “Grazie per l’opportunità di essere qui con la Madonna. Sento di essere benedetto e che inizierò a lavorare di più sulla mia vita, che comincerò a cambiarla al mio ritorno e che inizierò a lavorare sulla preghiera per la pace dell’umanità”. Egli era accompagnato da Sabrina Čović di Parigi ed ella ha ricordato come si sono conosciuti tramite amici comuni nel 2007 che l’hanno poi invitata ad andare a Washington. “Anche io sono stata molto felice quando un giorno Rateb mi ha detto che nel suo fitto programma avrebbe dovuto incontrarsi col Re di Giordania, ma che non era andato a quell’incontro perché, al posto del re, era venuto a vedere la Regina qui a Medjugorje. Lo stesso Rateb ha detto che molti suoi volontari e molte persone con cui lavora e che sono state a Medjugorje gli domandano perché non abbiano un miglior legame con Medjugorje, dal momento che Medjugorje ha cambiato le loro vite. Essi sono divenuti attivi nell’aiutare le persone nelle loro Chiese e nell’ ECF dopo le loro personali esperienze a Medjugorje. Penso che questo sia qualcosa di inestimabile e che questo legame sia meraviglioso. Oltre a ciò, anche lo stesso Rateb ha detto che, nonostante i suoi impegni, prenderà una settimana per tornare a Medjugorje con i suoi amici. (…) Rateb è un uomo di fede, un uomo attivo nelle cose spirituali. Tuttavia la sua organizzazione ECF non è né ecclesiastica né teologica. Egli opera come prolungamento della mano del Patriarca latino, Mons. Twal, per tutte le cose che gli sono necessarie, escluse solo quelle teologiche” – ha aggiunto in conclusione Sabrina Čović.