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Dall'Alabama al Michigan in fuga dalla setta. Il ritorno a Pickney di Laura Flynn e famiglia

Jason Deegan sulla “Caritas di Birmingham”

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L'atleta ritrova se stessa nell'allenamento

Spesso, in Laura Flynn i sentimenti più forti si risvegliano proprio quando è il suo corpo a chiedere tregua.

La Flynn racconta che è durante le lunghe corse d'allenamento, quando ha molto tempo per guardare in fondo a se stessa, che si sente viva e libera. Dopo ciò che lei e la sua famiglia hanno passato, quelle emozioni non sono più date per scontate.

Lei e suo marito Pat, si trasferirono a Pickney insieme ai loro sette bambini quattro anni fa, dopo essere fuggiti, dal Sud, da quello che essi hanno definito 'culto controllante'.

Per la signora Flynn, allenarsi per la sua prima maratona con l'associazione podistica dei “Brighton Area Road Striders” è stato un aspetto importante nella sua esperienza di guarigione.

«Correre è parte del mio processo per la riscoperta di chi sono», dice. «Mi è servito per costruire una nuova rete di amicizie. Mi da un tale senso di libertà che mi sembra di esserne travolta. Venendo da un ambiente opprimente, i ragazzi (della Road Striders) mi hanno davvero aiutato a segnare una svolta.»

I Flynn raccontano di essere ormai proiettati nelle proprie nuove vite, ma di sentirsi altresì in dovere di raccontare le esperienze vissute per mettere in guardia gli altri. Il terrificante racconto iniziò nel 1991, quando la famiglia vendette tutto per trasferirsi da Jacksonville, in Florida, a Birmingham, in Alabama, per unirsi alla “Caritas”, un gruppo che apparve alla famiglia come una missione religiosa.

La “Caritas”, fondata nel 1988 da Terry Colafrancesco, si definisce una comunità spirituale dedicata alla promozione delle apparizioni della Vergine Maria, di cui sei giovani affermano essere stati testimoni a Medjugorje, in Bosnia, nel 1981.

I Flynn hanno raccontato di aver vissuto in una roulotte all'interno di un complesso che ospitava circa 50 persone di fede cattolica. I Flynn sono rimasti con la “Caritas di Birmingham” per nove anni, sottostando al controllo dei suoi leader.

«La situazione diventava ogni giorno più oppressiva,» raccontava. «Non potevamo uscire senza permesso e siamo arrivati al punto di non avere più neppure l'autorità sui nostri stessi figli. Abbiamo sentito di dovercene andare. Ma c'è voluto tempo.»

Raccontò che i leader si avvalevano di veglie forzate, digiuni e mortificazioni fisiche – come l’imposizione di camminare per lunghe distanze sulle ginocchia – quali strumenti per la manipolazione degli adepti.

«Ti risucchiano. I leader sono molto carismatici. La gente pensa che queste cose accadano solo agli altri, ma [queste persone] sanno come manipolarti», disse.

La famiglia se ne è andata nel bel mezzo della notte dopo la domenica di Pasqua del 2000, senza neanche un soldo e senza saper bene dove andare. Un amico ed un'occasione di lavoro li hanno spinti a Livingston County. I Flynn raccontano di aver trovato una comunità amichevole ed una casa dove passare il resto della vita.

«Sentiamo che stiamo ripartendo da zero,» disse Pat, un ex grafico che lavora come assistente amministrativo presso la chiesa cattolica romana del Santo Spirito di Hamburg. «Siamo arrivati quasi alla vera disperazione, ma Dio è stato buono con noi (in Michigan).»

Nel 2001 la famiglia ha avviato un’azione legale, insieme ad alcune altre persone, contro la “Caritas”, accusando il gruppo di spogliare i propri seguaci di tutto il loro denaro, ma il processo è ancora pendente, sotto la competenza del sistema giudiziario dell’Alabama.

Laura Flynn racconta di aver ripreso a correre per guarire. Quando non è impegnata nel prendersi cura dei loro sette figli – Tierney (16 anni), Lily (14), Anna (13), Michael (10), Mary Grace (8), Daniel (5) e Catherine (3) – o istruendoli in casa in un’aula scolastica arrangiata nel loro garage, Laura si allena per la maratona.

L’anno scorso si è cimentata in una staffetta a due nella Detroit Free Press-Flagstar Bank Marathon e quest’anno, il 24 ottobre, affronterà l’intero percorso di 26,2 miglia.

«Questo è un grande trionfo personale. È ciò di cui ha bisogno» disse Pat Flynn. «Sta andando benissimo. Correre è una parte fondamentale del suo riscatto».

Ogni volta che le sue gambe iniziano a traballare e a dolere, Laura guarda indietro al proprio passato e sente le proprie energie rinnovarsi per spingerla ancora oltre. «Mi sento spronata dal pensare “Sto andando avanti”» disse. «Non mi arrenderò. Anche a costo di strisciare a terra, arriverò al traguardo».

 

 

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