Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Pace a voi!
Caro Padre Tomislav, Provinciale, caro Padre Ivan, Parrocco, fratelli sacerdoti concelebranti, cari fratelli e sorelle,
Offriamo questa Santa Messa per l’anima del defunto Padre Slavko Barbaric, membro della provincia francescana d'Erzegovina, a cui esprimo dal fondo del’anima le mie condoglianze umane e cristiane, come pure a tutti i membri della famiglia che lo ha generato.
Di fronte alla morte umana, la nostra e quella dei nostri vicini, ciascuno di noi sta qui con un cuore rovesciato, intelligenza stupita ed occhio triste, ma Dio ha il diritto di chiamare a Lui da questo mondo, nella patria eterna, chi vuole, quando vuole, da dove vuole ed al modo che vuole. Non consulta nessuno sulla nostra morte né amnistia persona della morte. È il Creatore del nostro corpo e della nostra anima, il Maestro assoluto del tempo e dell'eternità, di questi spazi materiali e delle sfere spirituali, ed è per questo che ci teniamo dinanzi a Dio nell'atteggiamento di humiltà e fede.
Dinanzi all'appello di Dio tacciono tutte le osservazioni e tutte le storie umane. Resta soltanto la risposta di quello che è stato chiamato dinanzi a Dio e la nostra intercessione umana di fronte a questo sacrificio di Gesù dinanzi al Padre del cielo pieno di misericordia. Che il Cristo-Re, la cui festa celebriamo oggi ed al quale offriamo questa Santa Messa, riceva l’anima del sacerdote defunto Slavko e gli conceda la ricompensa per le sue buone opere ed il perdono di tutte le omissioni. Anche noi, pentiamoci per le buone opere non compiute e per tutti i cattivi pensieri, parole ed atti che non erano conformi alla legge di Dio.
Reverendo Vescovo, cari fratelli francescani e sacerdoti, cara madre Luca, fratelli e sorelle del defunto Padre Slavko, cari parenti ed amici, cari fedeli, cari pellegrini e caro nostro Padre Slavko!
Quando ieri mi hanno chiamato dall’Ufficio Parrocchiale di Medjugorje per sapere quali letture e preghiere dei fedeli avremmo scelto per la tua Messa funebre, ho detto semplicemente: Tutte le letture della solennità di Cristo Re dell’anno A e la preghiera dei fedeli della festività con l’intenzione per il defunto. Penso che anche tu saresti stato d’accordo se qualcuno ti avesse chiesto quali letture scegliere perché la prima è del profeta Ezechiele, parla dei pastori, la seconda lettura è tratta dalla prima lettera ai Corinzi e parla della vittoria finale di Cristo sulla morte, quando alla fine si trasforma divenendo Dio in tutti, ed il passo del Vangelo parla della divisione finale dinanzi al trono del Signore, laddove il Signore stesso distingue gli uomini in due gruppi, in base al loro atteggiamento nei confronti dei piccoli, dei grandi e di coloro verso i quali nessuno ha cuore o anima.
In questa sede vorrei innanzitutto esprimere il mio ringraziamento e la mia gratitudine, a nome personale e di tutta la Provincia, per le numerose espressioni di cordoglio, telegrammi e poi per le condoglianze ricevute a mezzo posta elettronica, telefono, ed anche per la vostra presenza qui in occasione di questa morte inaspettata. Se l’eucarestia è un atto di gratitudine, un sacrificio ed un dono, allora la mia preghiera è anche quella di tutti voi, affinché questa eucarestia sia al tempo stesso anche un ringraziamento per questa vita, umana, cristiana, francescana, religiosa e sacerdotale. Una vita che è stata in tutto un grande sacrificio, una totale devozione ed un grande cuore per tutti gli uomini. Ecco perché essa è anche un ringraziamento per aver avuto Padre Slavko, che è nato qui, in questa Erzegovina, ed è stato un instancabile messaggero; secondo il desiderio di Francesco egli è stato un uomo di devozione e preghiera, orationis et devotionis, concludendo la propria esistenza terrena lì dove si recava con tanto piacere: sul Križevac.
Se dovessi personalmente comparare questa esistenza ad un significato biblico, allora prenderei come principio guida della vita di Padre Slavko la preghiera superiore del salmista. Era questo il desiderio esistenziale di Padre Slavko: la preghiera che il Signore gli rivelasse le sue vie, che egli seguisse i suoi sentieri, i sentieri del Vangelo e le vie della conversione. Ecco perché non è strano che per il proprio lavoro di dottorato avesse scelto proprio il tema della conversione e della pedagogia religiosa. Essere costantemente nella scuola del Signore e della Vergine, sulle vie e sui sentieri del Signore, apprendendo ogni giorno una lezione nuova.
Per noi tutti questa morte è stata uno shock improvviso. Questa morte prematura, come direbbe il salmista, all’apice dei miei giorni, al culmine delle forze umane. Se il salmista calcola che i nostri giorni ammontino a settant’anni e se siamo forti ottanta, allora questi cinquantacinque anni di Padre Slavko sono meno della normale esistenza che l’uomo di oggi si aspetta di vivere su questa terra. Tuttavia posso dire apertamente ed a pieno titolo, in base alla mia esperienza, ma anche con la vostra approvazione, che davanti a noi si trova una vita che, umanamente parlando, ne ha vissute non una ma tre. Non due bensì tre, perché questa vita non sapeva cosa fosse la stanchezza, la tregua, il riposo; non andava mai a dormire prima di mezzanotte e non vedeva mai il sorgere del sole nella sua stanza. Come dice il salmista, pregava sempre: Destatevi, arpa e cetra, sveglierò l’alba del mattino, ed in verità egli svegliava l’alba mattutina con la sua preghiera, con i pellegrinaggi quotidiani alla Collina delle apparizioni o sul Krizevac. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, con qualsiasi tempo, si alzava prima degli altri ed andava a pregare. Era solito dire che l’unico momento della giornata che gli rimaneva, sia come persona, sia come sacerdote, era proprio il mattino quando, svegliatosi, si recava sul monte dove è stato colto da una morte prematura, una paralisi cardiaca.
Il suo cuore non ha retto più. E Padre Slavko aveva un cuore che si divideva, fino alla fine. E non aveva tempo per pensare a se stesso, alla propria salute, alla malattia, non si lamentava mai per le cose che lo opprimevano eppure aveva una salute cagionevole, soprattutto quando arrivava l’inverno, l’influenza, infiammazioni varie, che si ripercuotevano negativamente sul suo sistema immunitario. Per i numerosi impegni assunti, che lo sfinivano tutti i giorni, non riusciva a trovare il tempo per riposarsi e, portando la sua croce, la croce di Medjugorje, già da vent’anni, si è recato sul suo e sul nostro Križevac e, sotto la croce di Cristo, ha deposto la propria, per poter essere ricordato in eterno. Egli ha trasformato il Križevac, sul quale si recava regolarmente, con qualsiasi tempo, insieme ai pellegrini, affinché essi potessero qui sperimentare l’esperienza del Tabor, nel suo Tabor: Il Calvario ed il Tabor, il Križevac ed il Tabor si sono uniti in Padre Slavko in quello che il Calvario è stato per Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni: la gloria finale del Figlio di Dio. Quando sarò innalzato al cielo, porterò tutti a me. Padre, hai celebrato il mio nome. La croce come vittoria definitiva, la croce come presagio del Tabor. Signore, è bello per noi essere qui. Anche Padre Slavko è rimasto qui, sotto questa croce votiva, sul Križevac, portando la propria croce, quella di innumerevoli pellegrini, le croci di Medjugorje, le croci del suo popolo, della Chiesa e della Provincia. E’ morto come il suo Signore. Non su un giaciglio o su un letto, non circondato dai suoi fratelli o dalle persone più care, ma sotto la croce, su una fredda roccia dell’Erzegovina. Quanto è simbolica questa tua morte? Padre Slavko: hai portato la tua croce fin sotto ai piedi della croce del Signore, l’hai lasciata qui perché anche tu, con la tua morte, potessi attrarre qui un gran numero di persone: dal vescovo locale, a tutta la Provincia, tanti cari confratelli sacerdoti, fedeli, pellegrini, che hanno percorso migliaia di chilometri per dirti arrivederci e grazie. La morte come un punto di attrazione che ci raccoglie tutti e ci rende tutti uguali. Cari fratelli e sorelle!
Cosa dire in questo luogo su questa vita così piena? Lo conosco da tempo, dal lontano 1961. L’ho incontrato per la prima volta alla messa dei ragazzi di fra Dobroslav Stojic e fra Gojko Musa il giorno di Santo Stefano del 1961. All’epoca avevo finito il primo anno del ginnasio presso il seminario e lui era appena entrato in seminario. Ci siamo conosciuti. Questo ragazzo ossuto mi dice che è stato accettato in seminario e che va a Dubrovnik. Poi siamo cresciuti insieme in questa Provincia, abbiamo lavorato insieme e collaborato soprattutto mentre era parroco qui a Medjugorje, in quei sei anni plumbei del comunismo, quando si doveva fornire in circostanze disumane, con l’aiuto di Dio, tutto quello che da noi si esigeva; fino a quel momento di grazia, dal giorno delle apparizioni, quando il mondo comunista ed il sistema ateo hanno iniziato a disgregarsi ed è spuntata l’alba di una nuova libertà per il mondo e per il popolo croato.
Un grande pensatore e scrittore francese, Leon Bloy, convertito, assiduo cattolico, una volta ha espresso un pensiero meraviglioso che la prima donna scrittrice dell’Accademia Francese, l’immortale M. Yourcenar, ha definito come una delle frasi più belle della letteratura francese e cioè: “C’è solo una sfortuna: quella di non essere santi”. Questa frase ci spaventa, ma non abbiamo il diritto di avere paura. L’uomo è tanto santo quanto desidera esserlo. Dipende da noi essere più santi, migliori di quello che siamo. Proprio la solennità di oggi parla in modo chiaro con la voce e le parole di Dio. Ci parla in tutti gli avvenimenti che accadono intorno a noi, ci parla attraverso la storia e le persone. E Cristo, come re, ha detto chiaramente: “Sono venuto per buttare fuoco sulla terra...” Cos’altro ha voluto e vuole Medjugorje, cioè la Madre di Dio, attraverso Medjugorje e la sua presenza nel mondo di oggi? Vuole soltanto una cosa: Creare il regno di Dio sulla terra, vuole diffondere quello che Cristo è venuto a portare a questo mondo. Tutto ciò si riassume in una sola cosa: Dio è re. Cristo è il re di tutti noi. L'uomo è soltanto una debole creatura e null'altro. Cosa desiderava il nostro Padre Slavko? In tutte le preghiere, numerosissime adorazioni e omelie, conferenze e scritti, egli voleva una cosa sola: Gesù è il mio Dio, a lui mi inchino, vivo per lui, lui è il mio tutto! Servo soltanto lui, a lui mi prostro, ma anche al fratello uomo! Per Mariam ad Jesum, per Jesum ad Mariam! Tramite Maria a Gesù ma anche tramite Gesù a Maria!
Trovava ispirazione in Cristo e Francesco. Cristo che non ha scritto nulla, che solo ha seminato la parola che i discepoli hanno scritto. Cristo sapeva che solo a volte cade su un suolo fertile e nella vita di Padre Slavko questa parola si era compiuta fino in fondo. Essa è caduta sul terreno fertile della fede, del cuore, della devozione che è entrata nella casa e si è moltiplicata cento volte.
Poi lo aveva entusiasmato l’immagine di Francesco. Francesco come Cristo, maestro di tutti noi. Francesco, il più grande tra i grandi, colui che ha buttato via gli abiti eleganti di suo padre, il fiorente commercio dei tessuti, colui che ha amato la povertà per i poveri. Questa era fonte di ispirazione quotidiana anche per Padre Slavko: non avere nulla, dividere tutto, essere come Paolo tutto per tutti, voglio solo quadagnare alcuni a Cristo. Aveva sempre le cosiddette tasche bucate, divideva a destra e a manca, non chiedeva mai a nessuno chi fosse. Ha superato l’esame della fede dalla lettura del vangelo di oggi perché nella sua persona si incarnavano l’amore per l’uomo e per Dio. Voleva essere un raggio di luce nella notte di questo mondo, Padre Slavko aveva in sé l’istinto al Trascendente, all’Eterno. Noi sappiamo che alcuni raggi non cacciano la notte, che alcune onde non possono sollevare o agitare l’oceano, ma se un uomo come il nostro Padre Slavko ammira un fiore o divide un pezzo di pane con i poveri, allora il mondo cambia in meglio. Proprio questo ci dice il Vangelo di oggi sul confronto ultimo con il Signore Gesù nel giorno del giudizio, che Padre Slavko ha perfettamente compreso e vissuto.
Se il Signore avesse detto: Ascolta, Padre Slavko, domani morirai, credo che lui non si sarebbe astenuto neppure per un momento dalle sue attività quotidiane, poiché tutto quello che lui faceva aveva solo uno scopo: celebrare Dio e servirlo. Non si sarebbe preso alcun riposo per ripensare alla propria vita. Non avrebbe evitato di recarsi sul Krizevac, non si sarebbe astenuto dalla preghiera e dall’adorazione, non avrebbe evitato di dare consigli agli altri, dal fare visita ai più poveri. Se il Signore avesse dato a noi un simile messaggio, molto probabilmente noi ci saremmo ritirati nella nostra stanza, avremmo cercato di ripercorrere tutta la nostra vita, di vivere al massimo il momento di grazia. Probabilmente avremmo riflettuto su quelle parole di Dio, avremmo smesso di affannarci ed avremmo cercato di vivere intensamente. Ma dinanzi a queste parole del Signore, Padre Slavko avrebbe continuato a fare quello che ha fatto: Ardere per Dio e per l’uomo. Una volta fu chiesto ad un santo perché non avesse mai paura, perché non avesse alcun timore. Il santo rispose; perché penso tutti i giorni alla mia morte! Gli uomini hanno paura perché temono per quello che li circonda e per quello che possiedono. Invece confrontandosi con la morte, avendo tutti i giorni la morte dinanzi ai propri occhi, per l’uomo tutto diventa superfluo. La morte da’ la giusta dimensione alla vita, essa mette in evidenza ciò di cui l’uomo deve vivere e da cui deve trarre forza.
Il pensiero della morte dovrebbe toccare tutti noi in un’altra dimensione, cioè si vive poco ed è necessario lasciare dietro di sé segni chiari, segnali ed indicazioni di amore, tracce che gli altri possano seguire facilmente, tracce e sentieri che gli altri possano intraprendere. Gesù, sapendo che era giunta la sua ora e poiché amava coloro che lo avevano portato via dal mondo e li ha amati fino alla fine, prese un asciugamani ed un catino e lavò i piedi dei discepoli. I piedi sono la parte più sporca dell’uomo. Nel suo amore Gesù ha toccato la sporcizia, ma anche i piedi feriti dell’uomo, ha toccato il tallone d’Achille di ogni uomo. Cosa dire delle tracce che Padre Slavko ha lasciato dietro di sé? Ha attraversato questo mondo facendo del bene, annunciando Gesù Cristo, predicando il Vangelo, celebrando l’Eucarestia, adorando il Cristo nell’Eucarestia e sulla croce, toccando i dolori umani, il loro tallone d’Achille
Ma Padre Slavko non si è limitato soltanto alle parole. Ha trasformato le parole in azioni, dimenticando se stesso. Si è donato fino in fondo proprio a coloro che avevano maggiormente bisogno di aiuto. Egli dava aiuto spirituale e materiale, era amico di molti, di innumerevoli persone. Egli ha lasciato una traccia indelebile ed ha trasfuso in sé la parola di Gesù: “Come il Padre ha amato me, così anch’io amo voi” e “Nessuno ha un amore più grande di questo: donare la vita per i propri amici”: Fra Slavko ha dato la sua vita per tutti, ha amato in modo particolare coloro che nessuno amava, le persone escluse ed abbandonate, coloro che il peccato e l’odio umano avevano pesantemente ferito. Consolava, curava le ferite, aiutava, capiva. Non pensava a se stesso e per questo motivo se n’è andato così presto, perché si è donato totalmente.
Caro nostro Padre Slavko! Siamo grati a Dio per averti avuto. Siamo grati a lui per averti chiamato in questa comunità francescana. Siamo grati a lui per tutti i doni che ti ha fatto e che tu hai saputo pienamente mettere a frutto. Siamo grati alla tua famiglia che ti ha donato a questa Provincia, della quale sarai una delle immagini più splendenti. Crediamo di avere in te, in cielo, un interecessore, un aiuto ed un guaritore di tutte le ferite che assillano questo popolo e questa Chiesa ed al tempo stesso un riconciliatore che chiede la pace di Cristo, la pace di Cristo Re per tutti noi.
Siamo convinti che hai incontrato il Signore faccia a faccia, a quattr’occhi quando sei giunto davanti al suo trono, proprio come ci dice il Vangelo di oggi, che si legge in occasione della solennità di Cristo Re. Hai frequentato la sua scuola del servizio, non del comando, della condivisione, e non dell’accumulare, dell’estrema povertà e non della ricchezza. Ecco perché siamo certi che egli ti ricompenserà.
Dopo l’incontro con te molti potranno dire: “Grazie Signore per aver fatto esistere una persona come Padre Salvko. Grazie ad un essere come lui, Dio mi ha amato.”. E tu Padre Slavko nella tua vita hai potuto dire con certezza: “Ci sono tanti esseri attraverso i quali ho amato Dio, attraverso cui, Dio, Gesù e Maria mi sono stati vicini”.
Sei stato ardentemente al servizio di Maria, la Madre di Gesù, a servizio della sua presenza qui ed in tutto il mondo. Sei stato un messaggero ed un diffusore della devozione per lei che per te è sempre stata Cristo-centrica. Siamo convinti che la Chiesa di Cristo non lo dimenticherà mai. San Geronimo ha detto: “Non bisogna rattristarsi per i defunti, ma essere grati per aver vissuto con loro e per poter rimanere sempre legati a loro. Noi crediamo che essi siano in Dio e chiunque è in Dio è unito a tutta la famiglia divina”. Con questo pensiero esprimo le mie condoglianze a tua mamma Luca, ai tuoi fratelli e sorelle ed a tutta la tua famiglia. E ringrazio la tua casa per averti dato a noi e per aver avuto te.
Infine, caro nostro padre Slavko, ti prego di una cosa: perdona tutti noi se, ai nostri occhi, sei stato incompreso. Fino alla fine hai voluto essere e sei stato vir catholicus, apostolicus, franciscanus, vir Croata hercegoviniensis, cioè cattolico, apostolico, francescano ed un fermo croato dell’Erzegovina. Ci hai preceduti, spesso incompreso. La pensavi diversamente dagli altri, proprio come il Prometeo della mitologia, colui che pensa prima ed in modo nuovo. Tuttavia, una cosa è certa e palese: le persone di Cristo: Le riconoscerete dalle loro opere. La tua opera è evidente, duratura, perché è impregnata e contenuta nella preghiera, nella ricerca della volontà di Dio attraverso i segni dei tempi. Ci hai preceduti, ma rimani sempre unito a noi e nei nostri cuori. Ancora una volta grazie di tutto e riposa nella pace del tuo Signore, all’ombra della chiesa di Medjugorje, del Križevac e della Collina delle Apparizioni. Amen.
Venerdi, dopo aver recitato la Via Crucis con i pellegrini ed i parrocchiani sul Krizevac, come aveva fatto centinaia e centinaia di volte, la Via Crucis di padre Slavko si è trasformata in Via Lucis e noi tutti eravamo prima increduli e poi scioccati. Padre Slavko è morto dolcemente nel suo ufficio, il Krizevac.
Sì è proprio così, nel suo ufficio: il Krizevac. Spesso avevamo parlato, anche con lui, del fatto che la morte sarebbe arrivata a Podbrdo (il luogo delle apparizioni) o sul Krizevac. Se egli avesse potuto scegliere dove morire, avrebbe sicuramente scelto come letto di morte Podbrdo o il Krizevac. Ecco, il Signore nella morte dona quella giustizia terrena che noi uomini riusciamo a comprendere. Questi due monti sono stati il suo ufficio, la sua scrivania, il suo interno, il suo caro luogo di preghiera, le sue vette. Qui il Signore e la Madonna gli erano vicini, tanto vivi, umani e divini fino in fondo.
Di tutto il resto non ci rimane altro che rendere grazie.
Grazie per aver aperto la strada alla Regina della Pace, che vuole condurci al suo Figlio.
Per queste persone non hai mai avuto paura di bussare alle porte e le porte ti si sono aperte.
Caro Padre Slavko, durante la tua vita ci sono state non soltanto salite, ma hai anche ricevuto colpi. So che ti hanno colpito particolarmente gli ultimi anni e soprattutto l’ultimo periodo. Ti hanno colpito persone vicine e lontane. So che ti faceva male e che hai sofferto. Talvolta hai ceduto un po’. Ma, al di là dei brevi commenti, hai affidato tutto al tempo ed alla giustizia del Giudice.
Perdonaci per non essere sempre riusciti a stare al passo con te e questo non ci faceva piacere. Spesso eri più veloce nei pensieri e nei programmi. Tu avevi già percorso metà del cammino mentre noi pensavamo ancora al da farsi. Almeno nel passo sei stato sempre puntuale.
Per noi è difficile che tu passi in mezzo a noi e vada al Cielo, ma ti ringraziamo per aver risposto alla chiamata del Signore e della Vergine. La volontà del Signore ha l’ultima parola, lo accettiamo.
Cari parrocchiani e pellegrini, nei prossimi mesi le persone verranno a chiedere: “Dov’è padre Slavko, è a casa?” Rispondete: “Sì, è a casa”. Signore, donagli il riposo eterno!
Anche la sua parrocchia natale Oerin piange e si rattrista per un grande, il suo grande figlio Padre Slavko Barbaric che, così all’improvviso, ci lascia.
Ho detto: grande!
E’ grande,
Se S. Francesco Saverio, missionario in estremo oriente, aveva battezzato oltre 4000 persone, il defunto Padre Slavko ha mostrato la via che conduce a Dio a milioni di uomini.
Ma quando un grande arriva in alto, non vuole tornare giù, bensì vuole continuare a salire. Lo stesso è avvenuto al nostro Padre Slavko. Mentre saliva sul Krizevac recitando la via crucis del Signore, è salito anche in cima al suo Calvario ed allora il Signore lo ha innalzato a sé.
La parrocchia natale di Oerin si congeda con dolore da questo grande, ma anche con gratitudine, orgoglio e sicura speranza.
Cara madre, fratelli e sorelle, famiglia ed amici del defunto Padre Slavko,
tutti insieme soffriamo, ma ci accomiatiamo grati a Dio per aver trovato nella nostra parrocchia di Oerin una famiglia dalla quale potesse nascere una persona così grande. Congediamoci con orgoglio dal defunto Padre Slavko che è stato così grande, ma accomiatiamoci con la ferma speranza che la Vergine alla quale era devoto, gli dirB: Benvenuto, figlio mio, nel grembo del Padre e della Madre, e grazie per aver risposto alla mia chiamata!
Caro Padre Slavko, grazie di tutto! Sia per te leggera questa terra croata, di Medjugorje! Riposa nella pace di Dio!
Carissimi, caro Padre Slavko!
Oggi, dinanzi alla tua bara, voglio ringraziarti a nome dei numerosi sacerdoti di lingua tedesca ed a nome dei sacerdoti di tutto il mondo che sono venuti a Medjugorje e la cui fede è qui diventata più profonda e più viva. Voglio ringraziarti per gli innumerevoli giovani che qui, a Medjugorje, hanno vissuto la chiamata spirituale oppure hanno riscoperto la fede nell’amore di Dio per loro. Con una vita irreprensibile, impegnata ed esemplare, con la celebrazione della liturgia, con l’insegnamento e la predicazione, con le parole scritte dei tuoi libri, hai reso una profonda testimonianza di fede nell’amore che Dio nutre per gli uomini e per tutto il creato. Qui a Medjugorje hai non soltanto raccolto l’invito della Vergine, ma sei anche diventato uno strumento di tale invito alla conversione ed alla fede. A tutti i pellegrini che sono venuti qui hai dimostrato quanto sia necessario avere la mano piena di amore della nostra Madre celeste, per poter più facilmente e consapevolmente procedere verso Dio. Nella celebrazione della Santa Messa, nei numerosi discorsi nel confessionale, nell’adorazione eucaristica, nell’interpretazione delle Sacre Scritture e nell’impartire i sacramenti ci hai mostrato la via verso un giusto e vero incontro con Dio in questo mondo. In innumerevoli incontri con i pellegrini ed in quasi tutte le lingue, hai aiutato gli uomini a sviluppare una profonda e sincera fiducia in Dio, nella convinzione che Dio Padre ci ami infinitamente.
La tua rapida morte sul Krizevac, tra la 13° e la 14° stazione della via crucis, ci ha mostrato ancora una volta che l’amorevole Padre Celeste ha accolto il sacrificio della tua vita insieme a Maria, che aveva presentato al Padre il suo Figlio morto nella 13° stazione. Tutti i giorni all’alba salivi sull’uno o sull’altro monte, sul Križevac o sul Podbrdo, sempre con il Rosario in mano ed in questo modo iniziavi il tuo lavoro quotidiano. Ed il giorno della tua sepoltura in occasione della festività di Cristo Re è per noi il segno che Cristo, Re e Signore della tua vita, accoglie l’opera della tua vita e che Maria, Regina della Pace, ti conduce nel Regno della Pace del suo Figlio. Nel messaggio di ieri la Madre celeste ci ha detto che sei asceso al celo. In questo modo hai ricevuto in dono la parte migliore della vita e di questo ci rallegriamo con te di tutto cuore, poiché lo hai veramente meritato qui sulla terra, come fedele collaboratore della Regina della Pace. Nel suo messaggio la Madonna ci dice anche che, con te, abbiamo trovato un nuovo intercessore in cielo e per questo ti preghiamo affinché, dal cielo, tu sia con noi con la stessa energia e lo stesso impegno che avevi qui sulla terra, a Medjugorje, sempre a disposizione di tutti. Ancora una volta ti ringraziamo di cuore per la tua amicizia, il tuo amore e la tua vita esemplare. Arrivederci in Cielo!
Caro Padre Slavko,
Noi ti aspettiamo sempre!
Venerdì, dopo la via crucis, dovevi tornare al „Majcino selo“. Non so se volevi vedere qualcuno in particolare o tutti noi. Ed ora invece eccoci tutti in questa fila di dolore. E‘ venuta persino la piccola Maja da Bjelovar, ci sono Boris e Toni, che tacciono stupiti, e la zia Ruzic dice per te le Ave Maria del Rosario.
Venerdì notte siamo rimasti a lungo a chiederci perché e dove fossi andato ed abbiamo visto le sorelle preoccupate che, invece di rispondere, tacevano a lungo.
Alcuni di noi non si rendono conto di quello che è accaduto, alcuni non ricorderanno il tuo volto ma, noi tutti, accanto al dolore ed al silenzioso cruccio, abbiamo dentro lo stesso desiderio, il desiderio di dirti un grande grazie.
Grazie, Padre Slavko, per aver pensato a fondare il Majcino selo, grazie per non aver avuto paura di accettarci nella nostra diversità. Grazie per averci insegnato il coraggio nella vita portandoci a Podbrdo a recitare il Rosario quando a malapena riuscivamo a sillabare le preghiere.
Grazie perché anche noi abbiamo potuto vedere che i giocattoli hanno un colore, che la Nutella è dolce e che per andare sull‘altalena ci vogliono due persone. Grazie perché anche noi, come gli altri bambini, abbiamo potuto indossare l‘abito bianco per la Prima Comunione. Grazie per averci insegnato come si ama la Madonna e come si prega Dio; grazie perché, nonostante tutto, anche noi abbiamo scoperto il significato della parola amore. E mentre gli altri incontrandoci ci dicevano: il tempo guarisce ogni cosa, solo tu, ed ora la tua morte, ci hai detto che il tempo è solo un compagno, mentre l‘amore cura e guarisce ogni cosa.
E così come è bastato un momento perché la morte ti portasse via da noi, anche per noi è bastato poco per capire il tuo amore ed il tuo sacrificio. Sappiamo che ogni carta buttata per strada, ogni nostra cattiva valutazione, ogni nostra disubbidienza alla zia sarà un‘offesa a lui. Perciò con questa lettera funebre scriviamo un comandamento di fedeltà alla tua parola ed alla tua opera.
E mentre noi umanamente ci affiggiamo, è come se tu ci chiedessi: ragazzi, dov‘è la vostra fede? Proprio in essa noi ti vediamo in comunione con la nostra e la tua Madre e per noi è più facile. Questa è la nostra unica speranza perché come non riconoscere che con la tua dipartita dal Majcino selo, la nostra condizione di orfani diventa ancora maggiore.
Sicuramente la paura ci coglierebbe se continuassimo ad aspettarti. Piuttosto tu aspetta noi, tu sei già nel santuario celeste e mentre ti guardiamo andar via dal Majcino selo con le spalle rivolte ed un po‘ chino in avanti, per la prima volta non diciamo: Padre Slavko, ciao; bensì, con il cuore ferito, con un animo puro infantile e con voce piena di orgoglio diciamo: arrivederci e grazie, nostro caro Padre Slavko!
Caro nostro Padre Slavko,
A nome del fondo “Amici dei talenti” di Medjugorje ed a nome di tutte le nove generazioni di studenti ai quali hai procurato migliaia di borse di studio ed hai aiutato nella loro crescita spirituale, ti porgo un infinito grazie.
Ci congediamo da te, promotore dell’idea e della creazione del Fondo, nostro stimato ed amato presidente, nostro Padre Slavko.
Caro amico, la realtà della dipartita fisica è dolorosa, ma la fede nelle vie di Cristo, le via crucis che hai fatto, la croce che hai portato e sotto la quale ti sei addormentato, sono la sintesi del tuo cammino terreno, un cammino di amore e di donazione al fratello uomo.
Elencare tutte le opere buone, grandi e generose che hai fatto per questo Fondo e per noi studenti sarebbe impossibile in questo momento e non saremmo neppure pienamente consapevoli della loro reale entità.
Convinti che il futuro riconoscerà la nobiltà e la portata delle tue opere, dobbiamo ammettere che in questo momento non siamo coscienti della grandezza della persona che abbiamo perso e ci impegniamo a seguire la via della Regina della Pace che tu ci hai mostrato.
I tuoi collaboratori del Fondo e noi studenti deponiamo le nostre parole di gratitudine sul tuo feretro, pregando il Padre Celeste affinché ti doni il meritato posto nella Gerusalemme celeste e lasci il tuo nobile spirito tra noi.
Il poeta A.B. Šimic dice:
“Tu non senti il mio ritorno e la mia vicinanza
di notte, quando la luce della luna sussurra silenziosamente nel tuo orecchio …
E quando al crepuscolo vedi muoversi la nera ombra
Da quel lato le acque scure e tranquille.
Sai:
Io cammino dritto e santo
Come se fossi affianco a te.”
Rimarrai per sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere.
Grazie.
Grazie !
Tutti noi siamo stati colti di sorpresa dalla morte di Padre Slavko Barbaric sul monte Križevac a Medjugorje, dopo aver recitato la via crucis. Solo una tale morte, simile a quella di Gesù, ci lascia il conforto e la speranza che il Signore abbia scelto il momento giusto.
Grazie, Padre Slavko, per tutto quello che hai fatto per i bisognosi, i poveri, per tutti gli studenti, per le famiglie e per molti, molti altri.
Grazie per aver rispettato la vita, diffuso la pace e l’amore e per aver sempre trovato il tempo per il dialogo. Grazie per la tua preghiera, tanto concreta, forte e perseverante, per tutte le lunghe veglie ed adorazioni in ginocchio, grazie per il tuo esempio.
Ma, soprattutto, grazie per la tua quotidiana ed instancabile testimonianza dei messaggi della Vergine in questi diciotto anni di tua permanenza a Medjugorje.
Ora sappiamo di avere un grande difensore ed intercessore in Cielo.
Assemblea addolorata ed afflitta, caro Padre Slavko,
Con il cuore afflitto e l’anima triste e sconvolta, a nome del comune di Oitluk, nel quale il nostro defunto era nato, aveva trascorso gran parte della sua vita e, senza risparmiarsi, aveva lavorato consumandosi fino in fondo, e nella cui pace eterna riposa, mi commiato ed esprimo la mia più profonda gratitudine ed il mio grazie.
Da quando il cielo sopra Bijakovici e Medjugorje si è aperto e la Madonna ha parlato da qui, Padre Slavko, figlio di San Francesco, amante del proprio paese e del popolo croato, come “messaggero del grande Regno” ha chiamato il mondo a Dio, dicendo che esiste un paese dell’Erzegovina sopra il quale il cielo si è aperto ed ha parlato, che qui vive il popolo di Dio – il popolo croato, un popolo di fede, cultura, sofferenza e speranza.
Quanti ci conoscono grazie a lui?
Quanti ci aiutano grazie a lui?
Chi può contarli?
Giovedì abbiamo parlato insieme ai benefattori del progetto della casa per gli anziani presso il Majcino Selo.
Padre Slavko, hai amato Medjugorje! Sei stato innamorato del Krizevac!
Sul Krizevac hai esalato l’ultimo respiro ed hai reso la tua anima.
A Medjugorje hai trovato la pace ed il riposo eterni.
Padre Slavko: Grazie per ogni parola!
Grazie per ogni consiglio!
Grazie per ogni esortazione!
Grazie per ogni aiuto ricevuto grazie a te!
Grazie per ogni buona azione!
Grazie per aver fatto conoscere al mondo questo paese e questo popolo!
Padre Slavko, neppure ora che sei in cielo non dimenticare i bisogni e le difficoltà del tuo paese e del tuo popolo.
Dormi il sonno del giusto, di un indefesso ed impegnato lavoratore e di persona giusta.
Caro fratello nostro Padre Slavko! Come dimenticare tutti gli anni che abbiamo trascorso insieme: tutte le nostre conversazioni, tutte le nostre preghiere insieme e tutto quello che abbiamo vissuto insieme? Come non ricordare tutti i tuoi sacrifici e le tue lotte per noi? Come non ricordare la tua bontà ed il tuo amore per noi? Spesso ci dicevi: “Lo sapete che vi voglio bene?!” Tante volte abbiamo sentito questo amore ed in così tanti modi. Ci ricordiamo queste tue parole. Spesso, dopo le apparizioni, ci chiedevi: ''Com’è la Vergine?'' Fratello, ora tu sei con Lei, tu che hai consacrato la tua vita a Lei, tu che hai fatto di tutto perché tutti conoscessero il suo amore e la sua bontà e questo amore e questa bontà erano proprio in te, come ha potuto sperimentare chiunque ti ha conosciuto. Ti ringraziamo, fratello caro, per l’appoggio di cui spesso avevamo bisogno e tu ce lo hai fornito in ogni momento. Ti ringraziamo per tutti i consigli che ci hai dato, proprio quando ne avevamo maggiormente bisogno. Grazie per averci guidato nella nostra vita spirituale e per averci aiutato nella preghiera nel nostro privato. Grazie per tutte le visite che ci hai fatto nelle nostre case, che hanno portato tanta benedizione e gioia nelle nostre famiglie. Grazie per tutti i giochi che hai fatto con i nostri bambini che vedevano in te un amico vero e sincero. Oggi caro fratello ti piangiamo, ma al tempo stesso ci rallegriamo perché tu sei insieme a colei che hai immensamente amato e per cui hai dato la vita: la Madonna. La tua opera, la tua bontà ed il tuo amore vivranno per sempre in noi e tu, fratello caro, prega e veglia sempre su di noi. Ora, caro fratello, ti diciamo quello che tu hai sempre detto a noi: Fratello, sai quanto ti vogliamo bene?
I tuoi Jakov, Ivan, Mirjana, Ivanka, Vicka e Marija
Cari fratelli e sorelle! Caro nostro Padre Slavko! Nessuno tra noi che ti conoscevamo meglio e vivevamo con te aveva bisogno di chiedere dove fossi la domenica pomeriggio; tutti lo sapevamo bene, perché questo momento era sempre dedicato alla preghiera a Podbrdo. Né la pioggia, né il sole, né il vento, né la tempesta, né qualsiasi altra cosa avrebbe potuto distoglierti da questa tua intenzione. Oggi il Podbrdo è vuoto e triste aspettando il suo ospite più assiduo e caro. Ma tu non ci sei! Non ci sei perché al Signore della vita e della morte è piaciuto che proprio venerdì, quando chissà per quale motivo sei salito sul Križevac, meditando sulla passione e morte del Maestro e Salvatore Gesù Cristo, ai piedi della croce consegnassi l’anima a Dio. Quanto è simbolico tutto cib! Hai amato la croce, l’hai portata instancabilmente, ti sei sempre inchinato dinanzi ad essa ed ai suoi piedi, sul Krizevac, venerdì sei morto
Padre Slavko era nato nel periodo in cui la primavera prendeva il posto dell’inverno l’11 marzo 1946 a Dragicina, nella parrocchia di Cerin, da papà Marko e da mamma Luca. Stojic. Aveva portato a termine le scuole medie nel 1961 a Cerin. Aveva frequentato il ginnasio a Dubrovnik dal 1961 al 1965 e qui aveva conseguito la maturità. Aveva indossato il saio francescano per la prima volta a Humac il 14 luglio 1965. Aveva studiato teologia a Visoko, Sarajevo, Graz e Friburgo. Aveva preso i voti sacerdotali il 17 settembre 1971 a La Verna dove il suo e nostro padre Francesco aveva ricevuto le stimmate. Era stato ordinato sacerdote il 19 dicembre 1971 a Reutte (Austria). Dopo 5 anni di servizio pastorale a Capljina iniziò gli studi post-diploma a Friburgo dove, nel 1982, conseguì il dottorato in pedagogia religiosa ed il titolo di psicoterapeuta. Dal 1982 al settembre 1984 lavorò a Mostar come catechista degli studenti.
Grazie alla sua conoscenza delle principali lingue europee ed al suo smisurato amore per la Madre di Dio, ed oltre agli impegni nelle parrocchie in cui operava, Padre Slavko dedicava ogni momento libero al lavoro con i pellegrini di Medjugorje. Egli fu trasferito ufficialmente a Medjugorje nel 1983 e qui rimase fino al settembre 1985. Dal 1985 al settembre 1988 prestò servizio come vicario parrocchiale a Blagaj ed era solito trascorrere il suo tempo libero a Medjugorje, lavorando instancabilmente con molti pellegrini che venivano qui in visita. Dal 1988 al 1991 fu aiutante economo a Humac, dove prestava anche servizio come vicario parrocchiale.
All’inizio della guerra in Bosnia ed Erzegovina, quando la maggior parte dei frati più anziani si rifugiò a Tucepi, a Medjugorje si presentò il problema dei confessori. Grazie all’autorizzazione verbale di fra Drago Tolj, provinciale dell’epoca, Padre Slavko fu dislocato a Medjugorje e qui è rimasto fino alla sua morte che ha colto di sorpresa e sconvolto noi tutti venerdì alle 15.30.
Qualcuno ha scritto che non è importante quanto si vive, ma come si vive. Se questo è davvero il metro della vita, allora per Padre Salvko posssiamo dire con certezza che ha vissuto almeno tre vite umane. Era un lavoratore instancabile, che non aveva né orario, Né luogo di lavoro; lo si poteva vedere mentre parlava ai pellegrini, mentre consolava i anche gli afflitti che lo cercavano tutti i giorni e come subito dopo corresse al Majcino selo, l’istituto da lui fondato e per il quale aveva tanto lavorato, un istituto che oggi accoglie più di 60 persone, soprattutto orfani di guerra o bambini di famiglie separate.
Sarebbe difficile elencare tutto quello che il nostro caro Padre Slavko ha fatto, perché ci vorrebbe molto, molto tempo. Celo testimoniano le centinaia di telegrammi di condoglianze che abbiamo ricevuto in questi giorni da tutto il mondo. In una parola, era un bambino tra i bambini, soffriva nella sofferenza, un intellettuale tra gli intellettuali. Era la madre di tutte le persone smarrite ed abbandonate, raccoglieva tutte le persone che erano rifiutate. Era dipendente da coloro che avevano bisogno di aiuto. Dobbiamo poi ricordare una cosa nota a tutti e cioè che egli era solito aspettare il sorgere del sole sul Krizevac o a Podbrdo e l’inizio della giornata in piedi . Nessuno lo ha mai visto seduto al computer a scrivere, eppure è stato certamente uno degli scrittori più prolifici di libri di contenuto spirituale. I suoi libri sono stati tradotti in venti lingue e ne sono stati stampati oltre venti milioni di copie in tutto il mondo.
Molti lo definivano un miracolo umano ed effettivamente egli lo era. Proprio per questo motivo la sua dipartita è ancor più dolorosa perché i miracoli non accadono tutti i giorni e perché persone così grandi non nascono spesso.
Caro mio Padre Slavko! Non avrei mai immaginato che ci saremmo separati così presto, neppure in sogno avrei pensato che proprio io avrei letto il tuo curriculum vitae, sebbene si dica che le perle non abbiano curriculum vite, bensì curriculum gloriae; esse vivono a lungo perché non sono trovate, ma donate, ma al Signore della vita e della morte è piaciuto chiamarti a sé proprio adesso e noi accettiamo la sua volontà. Lasci dietro di te grandi progetti che sarà molto difficile realizzare senza di te ma qui, dinanzi a questa tomba aperta dove dormirai il tuo riposo eterno, ti promettiamo che almeno cercheremo di riprendere da dove tu hai lasciato, perché so che è questo il tuo desiderio più grande.
Riposa nella pace di Dio e possa Dio, buono e misericordioso, ricompensare ogni tua opera. Amen.