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Un altro tipo di sacerdozio

Angelo Scuderi

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Nel 1990 sono andato a Medjugorie per la prima volta. Ero curioso di osservare questo fenomeno straordinario delle apparizioni di Maria ed avevo tanta voglia di percepire anch’io questa presenza, per potermi sentire accolto e scelto da Lei. Ho sempre amato il Signore ed ho vissuto già da bambino questo rapporto, fidandomi sempre di Lui. Ho anche tanto peccato nella mia vita, ma devo dire che questo non mi ha impedito di rivolgermi sempre a Dio, perché sono i malati che hanno bisogno del medico.

Mi sono ritrovato anche a passare alcuni anni della mia vita in seminario, perché sentivo il desiderio di diventare sacerdote, volevo diventare il prete dei poveri, di coloro che vivono nella miseria sia materiale che spirituale. Avrei voluto andare incontro all’ultimo, all’emarginato, al disorientato, al piccolo, al sopraffatto, al carcerato e al drogato, insomma a coloro che sono trascurati dalla società. Anch’io sono stato povero, per questo li amo e li capisco. Devo ringraziare Dio per avermi fatto così come sono, misero, e bisognoso proprio come le persone delle quali avrei voluto occuparmi come loro guida spirituale.

Ho sempre guardato agli ultimi per imparare da loro l’umiltà e la riconoscenza, perché in questo sono grandi maestri. È proprio vero che Dio sceglie i suoi in questo mondo di piccoli uomini, che per la nostra società sono da buttare. Dio va alla ricerca delle persone abbandonate, che si sentono inutili, perché vuole amarle, vuole prendersi cura di loro, vuol far loro prendere coscienza che invece contano molto.

Avevo tanti progetti, tante buone intenzioni... Avevo il desiderio di diventare importante per Maria, che potesse chiamarmi per nome e interessarsi a me ed alla mia vita, con me portavo dentro l’esercito di ultimi che nella vita avevo incontrato. Chiedevo di avere una forza interiore che potesse senza paura riempirmi, per portare avanti la mia missione e portare agli altri una parola di speranza. Maria era lì che mi aspettava e che aveva preparato tutto per farmi veramente felice. Ora ho compreso che i nostri errori non sono solo un male, ma servono a capire tutti quelli che sono caduti nel nostro stesso peccato, perché possiamo offrire la nostra vita per loro. Ho finalmente compreso come possiamo diventare tutti sacerdoti: basta avere il cuore aperto.

È tempo di eliminare l’ipocrisia, il nostro nasconderci continuamente da Dio come Adamo dopo il peccato originale, per paura di Colui che spesso non conosciamo e pensiamo possa solo punirci; Egli invece è così tenero che ci cede la sua stessa Madre in dono, permettendo che stia in mezzo a noi per muovere le nostre anime verso di Lui, che è l’Amore. Maria è la Madre che ci guida e ci porta a Dio senza guardare le nostre imperfezioni, anzi le giustifica davanti al figlio Gesù.

Quando entra la Madre della nostra vita, allora aumenta l’intimità con Dio e possiamo avere col Padre un rapporto familiare. Adesso comincio ad amarla davvero con il cuore, come si amano i propri cari, la voglio sempre vicino, nelle gioie e nei dolori, come la mamma terrena, che si chiama nel bisogno. Spesso purtroppo facciamo questo: teniamo fuori dalla nostra vita coloro che veramente ci amano e facciamo entrare i falsi amori che pian piano ci avvelenano. Maria nel suo grande Amore di Madre, ci lava, ci cura, ci nutre, ci veste, e ci presenta a Dio che ci avvolge nel suo immenso Amore.

Dopo anni dalla mia prima volta a Medjugorie, Maria mi ha chiamato ad un cammino di donazione totale della mia vita a Lei, ed io sono felice di essere stato scelto per essere strumento del regno di Dio. Rispondo come Lei «si compia in me la tua volontà». So che oggi tanti nostri fratelli vivono nel vuoto e nel buio, chi nell’alcool, chi nella droga, chi nella disperazione, nella miseria e nella fame, chi nella violenza e nella prostituzione e Dio vuole salvarli attraverso coloro che si donano con gioia, diventando così luce e guida per loro nello Spirito, attraverso la preghiera e l’offerta.

Questo è per me la vita: “Far posto a Maria per essere come Lei dono per gli altri e diventare veri figli del Padre, per essere al mondo”. Solo se entriamo in questa dimensione potremo vivere con gioia la chiamata ed entrare nell’Amore. Per fare ciò dobbiamo morire ogni giorno a noi stessi, sicuri che questa non è una morte ma è ciò che genera la vita in Dio in noi e negli altri. Dopo anni da quel lontano 1990, il mio cuore lavorato e concimato da Maria, oggi è pronto per accogliere la chiamata nella famiglia spirituale Kraljice Mira, un grande dono di Maria. In questa famiglia spirituale bisogna solo esse-re miti, umili ed obbedienti come l’Agnello Immolato alla volontà di Dio.

A Medjugorie cercavo amore per me, l’attenzione di Maria, ed Ella mi ha dato di più: l’amore per Lei ed il desiderio di cercarla sempre, per assomigliarle nell’apertura del cuore a Dio e nell’amore per gli ultimi, facendomi diventare per loro quel sacerdote che volevo essere, ma in modo diverso, attraverso la chiamata nelle Fraternità di anime offerte da Lei voluta, che mi ha insegnato un altro tipo di sacerdozio per i miei ultimi, “l’offerta della vita”.

Angelo Scuderi

 

 

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